AUTORE:
Maurizio Lomartire
TITOLO:
Etra's Tears
CATEGORIA:
Classica
STRUMENTAZIONE:
3[1.2.pic] 2 2[1.bcl] 2 - 4 2 3[1.2.btbn] 1 - str hp pf tmp perc
DURATA:
19'
CODICE:
AY 102
ANNO DI COMPOSIZIONE:
2013
La storia del mito di Etra é legata alla fondazione di Taranto. Falanto, spartano, in cerca di una terra da colonizzare, consulta l'oracolo di Delfi che profetizza che sarebbe riuscito a fondare una città quando avesse piovuto da un cielo sereno. Falanto e i suoi arrivano sulle rive dello Jonio e qui si scontrano senza significativo successo contro gli Japigi. Falanto, scoraggiato si abbandona tra le braccia dell'amata Etra che comincia a piangere. Falanto si rianima: é quella la pioggia che attendeva poiché il nome Etra significa "cielo sereno"! Così riuscirà nell'impresa.
La composizione é suddivisa in quattro parti senza soluzione di continuità:
- L'oracolo
É la parte più oscura e inquieta. Il tema dell'oracolo, espresso da una melodia di nove note, é presentato dal corno inglese cui fa inizialmente da contrappunto il flauto in sol e poi in do (Falanto). La sezione si chiude su una riproposizione del tema dell'oracolo espressa nel pieno orchestrale.
-Il sangue degli Japigi
É la parte più violenta perché rappresenta il combattimento e i tumultuosi sentimenti che lo accompagnano. É anche, naturalmente, la parte più formalmente libera anche se, camuffato tra i rapidi interventi strumentali, nel finale compare il tema dell'oracolo.
-Falanto e Etra
Ê la parte romantica. Dopo una breve ripresa della sezione iniziale della prima parte, appare Falanto, rappresentato dai soli archi, e, quasi ad interrompere l'amato, Etra con un tema espresso prima dall'oboe e poi dal corno. Dopo una breve riapparizione di Falanto, la sezione si chiude in crescendo con sovrapposizioni dei temi dell'uno e dell'altra fino alle lacrime di Etra, simboleggiate da quattro note del glockenspiel.
-Una nuova città
É la rappresentazione della festa e dell'entusiasmo. É l'acme dinamico dell'intera composizione. La frenesia gradualmente si compone e si placa fino alla ripresa finale delle prime battute e una piccola coda che chiude serenamente il brano.
Maurizio Lomartire